martedì 1 luglio 2014

LE WEEK-END

Alcune volte mi sfuggono i meccanismi cinematografici, per cui la maggior parte dei critici valutano con apprezzamento certe pellicole che io trovo di una noia mortale e insalvabili. Basta che il regista sia quello di Notting Hill, che i protagonisti non siano bellocci e giovani ma due insegnanti in pensione, e che i due attori abbiano una provenienza teatrale (senza contare lo sfondo di Parigi poi) che tutti a gridare alla commedia di spessore. Questa commedia ha tutto tranne che dell’aggettivo brillante: è rigida e claustrofobica. Lei è tremenda: eppure dovrebbe ringraziare il cielo per avere un marito in discreta salute che le trova ancora fisicamente attraente e con cui riesce a condividere momenti divertenti, invece è più fredda di un iceberg. I due attori sono senz’altro credibili nel descrivere le nevrosi di una coppia che resiste da trenta anni alle intemperie del tempo, ma non particolarmente simpatici, a tratti odiosi oserei. E dire che non mi sconvolge l’idea di scappare da un ristorante troppo caro senza pagare il conto o voler rivivere un bel momento celebrando i 30 anni di matrimonio, è solo che sono terribilmente patetici nella loro eterna lotta per la conquista della serenità. Una buona terapia di coppia fa miracoli ed è quasi meglio di tanti escamotage messi lì in maniera goffa e improbabile. Una nota di merito a Jeff Glodblum, deliziosamente insopportabile nella parte del rampollo del vecchio maestro che ha avuto successo. Meglio evitare Rue de Rivoli la prossima volta che passate per Parigi, o potreste incontrarlo e vi sentirete dei falliti. Insomma forse sono io ad essere lontana da certi nevrosi, ma non mi ha convinto, soprattutto in seconda serata. Una buona terapia contro l’insonnia.

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