martedì 1 luglio 2014

LA VOCE UMANA

Una leggenda. Due Oscar, un Golden Globe, un Leone d’oro, la Coppa Volpi, una Palma d’oro a Cannes, un BAFTA, sei David di Donatello e due Nastri d’argento. Tanto ha vinto nella sua lunga carriera d’attrice Sophia Loren, tornata in questi giorni sul set, a 79 anni, grazie all’adorato figlio Edoardo Ponti, che l’aveva già diretta nel lontano 2002, nel tutt’altro che esaltante Cuori estranei. Direttamente da Napoli, tra Palazzo Reale, i vicoli del Pallonetto di Santa Lucia, lo storico rione Sanità, il Belvedere Sant’Antonio e Posillipo, Sophia si è prestata alla macchina da presa per un mediometraggio intitolato «Voci umane», volutamente ispirato a quel ‘La Voce Umana‘ dello scrittore francese Jean Cocteau, il cui celebre monologo divenne cinema con l’Amore di Roberto Rossellini, trascinato da una magnifica Anna Magnani. Lo scrittore Erri De Luca si è occupato dello script, per un adattamento volutamente in dialetto napoletano e in grado di stupire, soprattutto nel finale, tanto da portare la città di Napoli nella storia. Al figlio ha regalato un'interpretazione che per lei era una sfida, "è un'attrice istintiva, non prova, qui per sei settimane, come una pièce teatrale, ha preparato la parte. Per lei era veramente un obiettivo", dice Edoardo. Quel monologo della donna abbandonata dall'amante, che spera di riconquistarlo ma poi si dispera quando capisce che è sconfitta, "dall'inizio della carriera era un sogno, l'avevo visto con la Magnani, mi ero detta che un giorno ci sarei riuscita anche io. Un monologo bellissimo, una meta per tante attrici, certo la Magnani era la Magnani, un'attrice straordinaria, di temperamento, sensibilità e coraggio fuori dal comune. Ora ce l'ho fatta anche io".

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