lunedì 3 marzo 2014

SORRENTINO: L'OSCAR "SALVA ROMA"

Dopo 15 anni dal trionfo di Benigni alla notte degli Oscar finalmente la sospirata statuetta torna nelle nostre mani, con la vittoria de “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, premiato come miglior film straniero. Non si può che essere felici di questo riconoscimento, a prescindere dalle critiche più o meno feroci (tra l’altro espresse principalmente in patria e non all’estero) e a discapito di tutti i detrattori che ritenevano questa pellicola non meritevole di tanto successo (vorrei sapere chi ci avrebbero mandato al posto di Sorrentino??!) Il cinema italiano torna ad incantare e sedurre Hollywood, riecheggiando i fasti de La Dolce Vita, ma regalandoci un’immagine più moderna e sofferta di una Roma cialtrona e scanzonata, fatta di personaggi bizzarri e alla ricerca di una vera identità. Non possiamo che essere felici di tornare alla ribalta con una tradizione cinematografica che da sempre ci appartiene e con il talento dei nostri giovani registi, che sanno regalarci prove di grande maturità artistica. Saranno queste le ragioni che presumibilmente hanno indotto Mediaset a trasmettere "La Grande Bellezza", martedì 4 marzo su canale 5. Questa programmazione scontenta non solo gli esercenti cinema, che lamentano il rischio di penalizzare le sale (dove il film è tuttora in proiezione) ma crea tensione anche con la rivale di sempre Sky Cinema, che ha mandato in onda la diretta della notte degli Oscar. Vogliamo sperare che alla base di tale decisione, non ci sia solo una spregiudicata strategia di marketing (Mediaset possiede la casa produttrice Medusa che ha prodotto il film) o la storica rivalità con il gruppo di Murdoch, ma il sano desiderio di mettere a disposizione di tutti la visione di “una Grande Bellezza”. Mai come questa volta però è stato piacevole fare nottata non solo per la premiazione italiana, che ci ha regalato la soddisfazione di un riconoscimento atteso da tempo, ma anche per assistere al trionfo degli altri film in gara, che meritano davvero tutti di essere nominati. Il miglior film, come da pronostico, è stato “12 anni schiavo” (che si è aggiudicato anche la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale e per la migliore attrice non protagonista, la giovane Lupita Nyong’o). Un'altra bella prova del regista Steve McQueen e soprattutto la prima volta che il premio viene assegnato a un regista nero, sembra scontato precisarlo eppure non è così. Sarà contento Brad Pitt, che come produttore, finalmente si guadagnata la statuetta. A dominare la serata è stato però (con grande sorpresa a mio avviso) “Gravity”, vincitore di ben sette Oscar (tra premi tecnici, colonna sonora e regia di Alfonso Cuaron). A mani vuote, anche questa volta, il ‘povero’ Leonardo Di Caprio che ha dovuto cedere il passo allo strepitoso Matthew McConaughey di “Dallas Buyers Club”: film applauditissimo che ha visto premiare anche Jared Leto come migliore attore non protagonista. Il Premio come migliore attrice se lo è aggiudicato la sempre perfetta e incantevole Cate Blanchett nel film di Woody Allen Blue Jasmine (il film non è niente di che ma lei sublime ed eterea come sempre non sbaglia un colpo), mentre il premio per la migliore sceneggiatura è andato a “Her” di Spike Jonze (che devo assolutamente vedere, nelle sale il 13 marzo). Escono a mani vuote invece, inspiegabilmente, 'American Hustle', che aveva ben dieci candidature (sono offesa per il mio amato e panciuto Christian Bale) e 'The Wolf of Wall Street' di Martin Scorsese, che ne aveva cinque (sarà la maledizione del bel Di Caprio?). Non sono mancati momenti da ricordare e siparietti di ogni genere: a parte l’inglese strampalato di Paolo Sorrentino, e le sue bizzarre fonti d’ispirazione (vada per Scorsese e Fellini ma che c’entra Maradona?), il momento più alto della serata è stato la foto selfie scattata da Bradley Cooper su idea della presentatrice, che in pochi minuti è diventato il tweet più celebre della storia; per non parlare di Brad Pitt che distribuisce piattini di carta per mangiare la pizza e ne addenta un trancio come un camionista sulla Salerno-reggio Calabria (speriamo ne dia un po’ anche ad Angelina Jolie, che è apparsa come al solito tutta pelle e ossa ). Vizi e virtù di una Hollywood festaiola, quasi a voler emulare la più celebre e movimentata movida capitolina.

Nessun commento:

Posta un commento