mercoledì 29 gennaio 2014

PHILOMENA

Quanto tempo era che non piangevo al cinema? Non me lo ricordo, fatto sta che mi è piaciuto. Non capisco perché film come questi non abbiano la promozione che meritano, ma devono sottostare a tutti gli ‘American Hustle’ del momento, con il super cast e i super costumi. Adoro le storie vere, come questa, che ti entrano nel cuore e che quando esci dal cinema te le porti a casa e ti restano dentro per qualche giorno. La storia si svolge in Irlanda e già questo mi riempie gli occhi, con quei paesaggi da scoprire in macchina e quel clima perenemmente colorato di Autunno. Siamo nel 1952: Philomena resta incinta da adolescente e la famiglia la ripudia e la chiude in un convento di suore. La ragazza partorirà un bambino che, dopo pochi anni, le verrà sottratto brutalmente e dato in adozione. Nel 2002 questa fantastica mamma interpretata da una strepitosa Judi Dench, non ha ancora rinunciato all'idea di ritrovare il figlio per sapere almeno che ne è stato di lui e se l’ha mai cercata. Troverà aiuto in un giornalista che, seppur inizialmente controvoglia, accetta di aiutarla nella ricerca. Ciò che scoprirà non sarà proprio quello che si aspettava (o forse si?), ma un viaggio è sempre un viaggio soprattutto se lo si fa alla ricerca di sé stessi e delle proprie radici e lei non si fermerà ai primi ostacoli. Stephen Frears racconta in questo film la storia vera di una madre alla ricerca del figlio perduto, tratta dal libro di Martin Sixsmith "The lost Child of Philomena Lee" che, pubblicato nel 2009, ha consentito a molte donne di sentirsi sostenute nel raccontare il loro 'vergognoso' passato. Frears di lei dice: "Incontrando la vera Philomena Lee ero sorpreso dal fatto che volesse venire sul set, cosa che ha fatto il giorno in cui veniva girata la scena terribile della lavanderia. Philomena è una donna priva di autocommiserazione, che continua ad avere fede nonostante le ingiustizie subite". E’ proprio nella chiusura di questa dichiarazione il senso profondo di un film che sa commuovere, far pensare e creare anche un senso di disagio di fronte a tanto amore per il prossimo perché Philomena è riuscita, a non confondere mai Dio con coloro che talvolta hanno la pretesa di rappresentarlo. Philomena e Martin sono l’incontro tra lo scetticismo e la fede. Sono un bellissimo incontro di anime.

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