martedì 21 gennaio 2014

THE COUNSELOR - IL PROCURATORE


Lo hanno definito un thriller erotico e raffinato ma mi aspettavo sinceramente di più da un cast “stellare” come questo e da un regista tanto acclamato quale Ridley Scott. Il film inizia con una conturbante scena di sesso e ciò fa pensare al meglio o più che altro al Fassbender che conosciamo (in Shame), ma poi si cambia subito registro e si ritorna nel caro vecchio Messico dei narcotrafficanti. Mi è sembrato di calarmi vagamente in un’atmosfera che mi ricordava il premiatissimo Traffic di Soderbergh, ma la sensazione è durata pochissimo: siamo ahimé forse più vicini alla brutta copia di Le Belve di Oliver Stone, che ne è esce sicuramente rinvigorito. “La storia è quella di un uomo che mette le mani su una montagna di soldi, dalla quale invece farebbe bene a stare alla larga”. Parole dello sceneggiatore Cormac McCarthy, lo stesso di «Non è un paese per vecchi», dal quale i fratelli Coen tirarono fuori un magistrale western contemporaneo con cui le somiglianze sono inevitabili: Javier Bardem sfoggia un'altra pettinatura impossibile, il Messico è sempre il luogo d’eccellenza per i narcos, e su tutta la vicenda aleggia una cappa di morte, intrisa di terrore e dialoghi surreali. E fin qui nulla di nuovo, se non fosse per i criminali che in questa pellicola si mettono a fare i filosofi e Cameron Diaz mi fa la coatta cattiva con unghie argentate e ghepardi al seguito, sfoderando spaccate erotiche su una Ferrari gialla e pronunciando frasi minacciose del tipo ‘sono famelica’. E’ veramente troppo (ridicolo). La trama la potete immaginare già dal trailer: tre loschi affaristi e un avvocato “perbene” implicato nei traffici del cartello della droga locale, subiscono gli effetti del furto di un carico di merce. Per una sfortunata coincidenza è proprio lo “sfigato” avvocato (Fassbender) ad aver avuto tra i suoi clienti il responsabile del furto, di conseguenza tutte le persone coinvolte con lui nell’affare diventano obiettivo di una repressione spietata, ma mentre i signori della malavita locale sono a loro agio con i meccanismi di una vita in cui la morte è all’ordine del giorno, l'ingenuo avvocato vorrebbe vivere come una persona “normale”, senza curarsi dei rischi di ciò in cui è invischiato, finché naturalmente la posta in gioco non sarà troppo alta. Non vi dico altro, ma perché non c’è niente altro da dire, nessun effetto speciale se non un improbabile Brad Pitt dagli occhi marroni lievemente imbolsito, e gli orrendi sandali di Penelope Cruz. Ridley Scott evidentemente può anche permettersi il lusso di "non mostrare". Ringraziamo per tanta accortezza e per averci risparmiato scene come il contenuto del DVD che riceve l’avvocato, ma già tutta l'atmosfera disseminata in tutto il film tra lussuosi interni moderni, hotel fatiscenti, bestie feroci lanciate nel deserto e racconti terrificanti ha lavorato a sufficienza e ciò che si intuisce è peggio di qualsiasi visione. Ci saremmo volentieri risparmiati qualche gratuita e superflua scena di violenza, o tutto quel glamour di cattivo gusto, a favore sicuramente di un maggiore impegno sullo sviluppo e contenuto della trama, che strizza l’occhiolino un po’ di qua e un po’ di là, ma alla fine non racconta niente. Voto 6+ (per la spaccata ovviamente)

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