Classifica degli ultimi film visti al cinema, in base al mio ordine di gradimento.
MAD MAX FURY ROAD
Una bella sorpresa: vado al cinema per vedere altro ma (per fortuna) sono
finiti i posti. E scopro che questo film è di nuovo nelle sale perché ha
ricevuto ben 10 nomination agli Oscar 2016.
Il quarto capitolo della saga "Mad Max" di George Miller non è un remake ma un reboot (ossia un rifacimento), e dunque
una rivisitazione della celebre saga sci-fi di culto ambientata in un devastato
futuro post-apocalittico e, a mio avviso uno dei migliori film d’azione degli
ultimi anni. Tralasciando la ‘figaggine’ (passatemi il termine) dei due
protagonisti: un Tom Hardy super sexy e tenebroso, e una “Furiosa” Charlize
Theron sempre assai lontana dal diventare brutta (anche senza un braccio e con
la faccia ammaccata), Mad Max ti lascia col fiato corto.
Lunghi inseguimenti mozzafiato a bordo di
auto, moto e cisterne modificate in mezzo alle dune e alle tempeste della
Namibia, personaggi pazzi e mostruosi che al solo ricordo c’è da non dormire la
notte, morti truculente ed esplosioni. Selvaggio, spietato, ironico a tratti,
assordante, oltre alla spettacolarità delle scene d’azione, da risalto e
importanza ai ruoli femminili: le donne hanno un ruolo primario e rappresentano
la via di salvezza. Da non perdere, anche per chi non ha visto i precedenti.
LA
CORRISPONDENZA
Fotografia
di Fabio Zamarion ricca di suggestioni e colonna sonora affidata ad Ennio
Morricone, atmosfere metalliche e stellari, sono la punta di diamante dell’ultima
fatica di Tornatore, le cui immagini rimarranno ben impresse nella vostra
memoria. Un po’ meno forse una storia che appare improbabile e un film che
offre (e soffre) una trama a tratti troppo barocca.
Una caccia al tesoro emotiva
che ogni giorno completa, come in un puzzle, un progetto degno di un genio
della scienza e della comunicazione. Bisognerà capire se si ci troviamo davanti
ad un amore che vuole sfidare l’eternità o solo ad un macabro ‘piano marketing’
di un cinico narcisista che desidera mantenere il suo potere oltre la morte.
Un
legame sentimentale molto forte, che assomiglia molto di più a una manipolazione
affettiva, quello tra il professore di astrofisica Ed e l’incantevole
studentessa “Amy-Kamikaze” (soprannominata così per le sue passioni a dir poco
rischiose): una ‘corrispondenza d’amore’ che sfiderà la distanza e poi anche
l’aldilà. Tornatore predispone, illumina e allestisce ogni scena, e ha sempre
il merito di ingenerare nel pubblico quell’alone di mistero che è il fondamento
di ogni sua pellicola, e che ci fa sempre sperare in chissà quale avvincente epilogo
(e invece no). Esteticamente perfetto: come la protagonista Olga Kurylenko, che
stordirebbe chiunque con la sua bellezza e con la forza della sua gioventù. Figuriamoci
un affaticato ma sempre intenso Jeremy Irons.
THE DANISH
GIRL
Eddie Redmayne può fare qualsiasi cosa…anche
essere perfettamente una donna. La dolcezza ed espressività del suo volto lo
permettono.
Questa volta però l’Oscar se lo prende di tutto rispetto Alicia
Vikander, miglior attrice non protagonista. Strameritato. E’ lei a sopportare
tutto il calvario di un marito che di maschile ha solo il nome, a camminare al
suo fianco prima in veste di compagna e poi di migliore amica. Fino alla fine. Adoro
le storie vere, quelle che in effetti non ti risparmiano per niente la realtà
per quella che è. Brutale e scioccante. Ecco così che ne esce un film dalle
atmosfere cupe, inevitabilmente triste. Ti
sbatte in faccia la vastità e disperazione di un disagio come quello di non riconoscersi
nell’abito che indossiamo, in un’epoca in cui sentirsi diversi significava
essere considerati malati di mente. La ricerca disperata di se stessi, contro
ogni forma di convenzione, al rischio della vita stessa. Terribilmente
realistico, ma al netto della sofferenza, non risulta troppo commovente. Che
strano.
Forse il regista si è talmente impegnato ad evitare scene forti o
scabrose e a mantenere una certa dose di garbo, che ci ha risparmiato ahimè anche
un bel po’ di pathos…ma gli attori bravi e giovani salvano le sceneggiature
deboli.
THE
REVENANT
Se questa volta non avessero dato l’Oscar a Di
Caprio, credo che l’avremmo trovato a vendere hot dog sulla spiaggia. Dopo
tutta questa faticaccia al “trucco e parrucco”, al freddo e al gelo, e anche al
buio (le riprese sono state girate solo con luce naturale), credo che un
riconoscimento fosse doveroso a questo punto della sua carriera.
Film lento,
lungo, tre parole in tutto. E non si capisce bene in che genere siamo
incappati: un western, un biopic, o
forse una nuova saga di un supereroe nel selvaggio west (ogni tanto spuntano gli indiani). Ritroviamo anche il sexy Tom Hardy irriconoscibile in
versione cacciatore, con una interpretazione forse più convincente ed empatica
del sofferente (highlander) Leo. La natura è la vera protagonista, la
fotografia di Emmanuel Lubezki “spacca”,
nel senso che esce dallo schermo e ti fa sentire freddo, paura, angoscia. La
scena dell’aggressione dell’Orso è fatta benissimo. Inarritu è un esteta, ha
una regia che rasenta la perfezione maniacale, ma il tutto risulta comunque un
po’ asettico. Premiati tutti meno che il film (migliore attore, regia,
fotografia). Mi sembra giusto. Da vedere non più tardi delle 20 mi raccomando.
JOY
Premesso che di
mocio non ne
capisco granché, ergo devo esimermi da un’eventuale empatia da casalinga
disperata, mi piacciono questi film americani dove c’è sempre il lieto fine e
tutti possono diventare quello che vogliono. Stesso regista de Il lato Positivo
infatti, stessa protagonista. Stesso happy ending assolutamente irrealistico
(ma si sa agli americani piace strafare). La storia che ci racconta questa volta (anche se romanzata al 50%), è quella di Joy Mangano, regina delle televendite e inventrice del Miracle Mop, la magica scopa per pulire i pavimenti. E se questo non ci interessa tanto, la sua bizzarra famiglia e la ricostruzione perfetta di quel periodo
, nell'atmosfera anni '80 della provincia depressa e dello strabiliante mondo della TV commerciale, rendono il film decisamente ben confezionato, visto che siamo in tema di vendite di prodotti. Se non altro perché c’è una celebrazione corale della donna: a parte l’ormai consacrata Jennifer Lawrence, troviamo l'inossidabile
Diane Lane (magnifica nel ruolo della nonna Mimi), l’italiana (?) Isabella
Rossellini e Virginia Madsen. Evviva le
donne, che tutto possono, anche con una scopa in mano.
PERFETTI
SCONOSCIUTI
Campione d’incassi dopo Checco Zalone.
Eccoci qua. “Perfetti Italiani direi”. Commediola brillante, simpatica, qualche
buona battuta, risate (molto) amare. Un cast di tutto rispetto che tiene alta l’attenzione.
Ah c’è anche lo sliding doors.
Probabilmente il segreto di tanto successo è che si sono tutti immedesimati nei personaggi e l’effetto
catartico ha fatto una scia di proseliti bisognosi di fare outing…o
semplicemente era tanto tempo che non si vedeva una bella commedia all'italiana, con qualche riflessione degna di una buona sceneggiatura. In ogni caso i film
che si svolgono tutto il tempo seduti a tavola, mi sanno tanto di terapia di
gruppo e allora non lo so, mi annoio. Tutto quello c’è da sapere nella scatola
nera dello Smartphone è assolutamente attuale, ma ahimè poco originale. Potete
tranquillamente aspettare di vederlo in TV. Se poi volete cogliere l’occasione
per rivelare la vostra doppia vita, allora è un altro discorso.